Anche qui iniziano i primi tardo pomeriggi in casa con questi nuovi frescolini e l'altro giorno é arrivata pure la prima tanto attesa pioggia e la prima pozzanghera... Nonostante qualcuno sogni ancora la playa...
Ad ogni modo con i primi pomeriggi in casa cominciano le prime giocatone tutti a terra sul tappetone... scatoloni di super eroi e macchinine e rigorosamente tutti a terrra a gambe incrociate.
Attitudine da problem solving pronta a moderare ogni litigio del tipo "voglio quel mostro lancia fiamme e raggi laser ultrapotenti adesso e tu usa questa tigre siberiana dalla zampata di ghiacchio e muori". Le discussioni vanno risolte prima che inizi un imprevisto incontro di mix martial art sul suddetto tappetone.
Ero li' seduta sul tappeto come ho fatto migliaia di volte. Betto sulla sdraietta si lamentava e lo ho preso in braccio sedendolo tra le mie gambe. Un semplice gesto e nel farlo all'istante sono emersi i ricordi. La famosa memoria del corpo. Quella stessa posizione il mio corpo la aveva gia' assunta tante volte, ora che per la prima volta mettevo seduto Betto senza troppo pensare a come si siede un neonato, quasi in automatico... E quel gesto "antico" mi ha ricordato di quando al suo posto 4 anni fa c'era Ago e due anni fa Martino. E 7, ben 7 anni fa, Gregorio. In un istante mi sono tornati in mente gli infiniti pomeriggi nel mini appartamento in affitto a Pavia con solo Greg piccolo e una me inesperta che senza nonni e altre amiche mamme non sapeva come arrivare a sera. E si preoccupava per ogni starnuto e ogni macchiolina comparisse sul corpo cicciottello del suo primogenito.
Lo stesso gesto mi ha ricordato dei pomeriggi con Ago, seduto fra le mie gambe, a guardare Greg che iniziava a giocare solo, che imparava a parlare, ci cucinava finte pizze sbattendole sulla faccia si Ago e disegnava mostri a sei braccia che diceva rappresentassero noi... con una me sempre tutta preoccupata che non fossero gelosi uno dell'altra quei due tesori che avevo da custodire. Pomeriggi lunghi, in casa, con la nebbia fuori. Noiosi molto spesso. Fatto di sbirciate al telefono per distrarsi.
E poi mi sono rivista con Martino nella stessa posizione in un appartamento inprovvisato a Siviglia, seduta impersonando il capo dei cattivi in una battaglia contro un Greg ormai grandicello ed un Ago furbetto... inventandomi storie a non finire perché non si accorgessero che la' fuori c'era un mondo sconosciuto dove non solo ancora non avevamo amici, ma manco parlavano la nostra lingua.E ora lo stesso gesto con Benedetto. Mentre ora ne guardo tre giocare, giocare e litigare, giocare e ridere. Giocare e parlarsi quella lingua nuova che hanno imparato quasi senza fatica. Come stanno crescendo. Mi sembra ieri che... E come improvvisamente quei pomeriggi che sembravano lnfiniti,pieni di stanchezza o rabbia talvolta, mi sembrano volati. Ma davvero sette anni? Sembra incredibile. Guardo Gregorio sdentato e Betto che tenta di star seduto. É proprio vero.
Sette anni che ora guardandoli cosi' mi sembrano semplicemente stracolmi di bellezza. Il mio corpo lo ricordava gia'. Sorrido fra me e me guardando fuori dalla finestra della nostra quinta casa, mi perdo nei ricordi..."mamma ho sete", "anche io ho sete", "Mino fame mamma", "lo ho detto prima io che avevo sete", "no io", "e allora io ho piu' fame di te, tu hai mangiato i kinder prima...", " e tu i pistacchi...". La realta'. Eccoli i miei quattro. Lunghi, lunghissimi pomeriggi di amore.
Ad ogni modo con i primi pomeriggi in casa cominciano le prime giocatone tutti a terra sul tappetone... scatoloni di super eroi e macchinine e gambe incrociate.
Attitudine da problem solving pronta a moderare ogni litigio del tipo "voglio quel mostro lancia fiamme e raggi laser ultrapotenti adesso e tu usa questa tigre siberiana dalla zampata di ghiacchio e muori" prima che inizi un imprevisto incontro di mix martial art sul suddetto tappetone. Ero li' seduta sul tappeto come ho fatto migliaia di volte. Betto sulla sdraietta si lamentava e lo ho preso in braccio sedendolo tra le mie gambe. Un semplice gesto e nel farlo all'istante sono emersi i ricordi. La famosa memoria del corpo. Quella stessa posizione il mio corpo la aveva gia' assunta tante volte, ora che per la prima volta mettevo seduto benedetto mi sono ricordata di quando añ suo posto 4 anni fa c'era Ago e due anni fa Martino. E 7, ben 7 anni fa, Gregorio. In un istante mo sono tornati in mente gli infiniti pomeriggi nel mini appartamento in affitto a Pavia con solo Greg piccolo e una me inesperta che senza nonni e altre amiche mamme non sapeva come arrivare a sera. Lo stesso gesto mi ha ricordato dei pomeriggi con Ago, seduto fra le mue gambe, a guardare Greg giocare, iniziare a parlare, cucinarci finte pizze e disegnare con una me tutta preoccupata che non fossero gelosi uno dell'altra quei due tesori che avevo da custodire. Pomeriggi lunghi, in casa, con la nebbia fuori.
E poi mi sono rivista con Martino nella stessa posizione in un appartamento inprovvisato a Siviglia, seduta impersonando il capo dei cattivi in una battaglia contro un Greg ormai grandicello ed un Ago furbetto... inventandomi storie a non finire perché non si accorgessero che la' fuori c'era un mondo dove non solo ancora non avevamo amici, ma manco parlavano la nostra lingua.E ora lo stesso gesto con Benedetto. Mentre ora ne guardo tre giocare, giocare e litigare, giocare e ridere. Giocare e parlarsi quella lingua nuova che hanno imparato quasi senza fatica. Come stanno crescendo. Mi sembra ieri che... E come improvvisamente quei pomeriggi che sembravano lnfiniti,pieni di stanchezza o rabbia talvolta, ti sembrano volati. Ma davvero sette anni? Sembra incredibile. Guardo Gregorio sdentato e Betto che tenta di star seduto. É proprio vero. Sette anni che ora guardandoli cosi' mi sembrano semplicemente stracolmi di bellezza. Il mio corpo lo ricordava gia'. Sorrido fra me e me guardando fuori dalla finestra della nostra quinta casa, mi perdo nei ricordi..."mamma ho sete", "anche io ho sete", "Mino fame mamma", "lo ho detto prima io che avevo sete", "no io", "e allora io ho piu' fame di te, tu hai mangiato in kinder prima...", " e tu i pistacchi...". La realta'. Eccoli i miei quattro. Lunghi, lunghissimi pomeriggi di amore.