venerdì 10 novembre 2017

7 anni volati. Vorrei 7 vite come i gatti. E non mi importa se i pannolini sono da cambiare "settanta volte sette". Come perdonare del resto. E perdonarsi.

Un po' in ritardo sulla tabella di marcia l'autunno é arrivato anche qui. 
Me ne sono accorta quasi all'improvviso l'altra mattina in macchina mentre andavamo tutti allegramente a scuola...
Un albero giallo. Il primo. Dopo la prima pioggia. 
Non sono riuscita ad immortalarlo per la foto Instagram di rito perché Martino attaccava caccole sul finestrino e Benedetto strillava come una scimmia urlatrice ignorando il tintinnare a ritmo afro delle chiavi ad un centimetro del suo naso prodotto da un instancabile Greg. 
Non ci siamo fermati a contemplare l'audace alberello ingiallito, il primo ad avere il coraggio di mutare i suoi colori. Ma la scoperta é restata: arriva l'otoño per davvero. Dopotutto il cambio orario lo aveva preanunciato... "niente piu' parco fino alle 21 ragazzi" come in perfetto andaluz style. 

Anche qui iniziano i primi tardo pomeriggi in casa con questi nuovi frescolini e l'altro giorno é arrivata pure la prima tanto attesa pioggia e la prima pozzanghera... Nonostante qualcuno sogni ancora la playa...

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Ad ogni modo con i primi pomeriggi in casa cominciano le prime giocatone tutti a terra sul tappetone... scatoloni di super eroi e macchinine e rigorosamente tutti a terrra a gambe incrociate.
Attitudine da problem solving pronta a moderare ogni litigio del tipo "voglio quel mostro lancia fiamme e raggi laser ultrapotenti adesso e tu usa questa tigre siberiana dalla zampata di ghiacchio e muori". Le discussioni vanno risolte prima che inizi un imprevisto incontro di mix martial art sul suddetto tappetone.

 Ero li' seduta sul tappeto come ho fatto migliaia di volte. Betto sulla sdraietta si lamentava e lo ho preso in braccio sedendolo tra le mie gambe. Un semplice gesto e nel farlo all'istante sono emersi i ricordi. La famosa memoria del corpo. Quella stessa posizione il mio corpo la aveva gia' assunta tante volte, ora che per la prima volta mettevo seduto Betto senza troppo pensare a come si siede un neonato, quasi in automatico... E quel gesto "antico" mi ha ricordato di quando al suo posto 4 anni fa c'era Ago e due anni fa Martino. E 7, ben 7 anni fa, Gregorio. In un istante mi sono tornati in mente gli infiniti pomeriggi nel mini appartamento in affitto a Pavia con solo Greg piccolo e una me inesperta che senza nonni e altre amiche mamme non sapeva come arrivare a sera. E si preoccupava per ogni starnuto e ogni macchiolina comparisse sul corpo cicciottello del suo primogenito. 

Lo stesso gesto mi ha ricordato dei pomeriggi con Ago, seduto fra le mie gambe, a guardare Greg che iniziava a giocare solo, che imparava a parlare, ci cucinava finte pizze sbattendole sulla faccia si Ago e disegnava mostri a sei braccia che diceva rappresentassero noi...  con una me sempre tutta preoccupata che non fossero gelosi uno dell'altra quei due tesori che avevo da custodire. Pomeriggi lunghi, in casa, con la nebbia fuori. Noiosi molto spesso. Fatto di sbirciate al telefono per distrarsi. 
E poi mi sono rivista con Martino nella stessa posizione in un appartamento inprovvisato a Siviglia, seduta impersonando il capo dei cattivi in una battaglia contro un Greg ormai grandicello ed un Ago furbetto... inventandomi storie a non finire perché non si accorgessero che la' fuori c'era un mondo sconosciuto dove non solo ancora non avevamo amici, ma manco parlavano la nostra lingua.E ora lo stesso gesto con Benedetto. Mentre ora ne guardo tre giocare, giocare e litigare, giocare e ridere. Giocare e parlarsi quella lingua nuova che hanno imparato quasi senza fatica. Come stanno crescendo. Mi sembra ieri che... E come improvvisamente quei pomeriggi che sembravano lnfiniti,pieni di stanchezza o rabbia talvolta, mi sembrano volati. Ma davvero sette anni? Sembra incredibile. Guardo Gregorio sdentato e Betto che tenta di star seduto. É proprio vero.

 Sette anni che ora guardandoli cosi' mi sembrano semplicemente stracolmi di bellezza. Il mio corpo lo ricordava gia'. Sorrido fra me e me guardando fuori dalla finestra della nostra quinta casa, mi perdo nei ricordi..."mamma ho sete", "anche io ho sete", "Mino fame mamma", "lo ho detto prima io che avevo sete", "no io", "e allora io ho piu' fame di te, tu hai mangiato i kinder prima...", " e tu i pistacchi...". La realta'. Eccoli i miei quattro. Lunghi, lunghissimi pomeriggi di amore.




































Ad ogni modo con i primi pomeriggi in casa cominciano le prime giocatone tutti a terra sul tappetone... scatoloni di super eroi e macchinine e gambe incrociate.
Attitudine da problem solving pronta a moderare ogni litigio del tipo "voglio quel mostro lancia fiamme e raggi laser ultrapotenti adesso e tu usa questa tigre siberiana dalla zampata di ghiacchio e muori" prima che inizi un imprevisto incontro di mix martial art sul suddetto tappetone. Ero li' seduta sul tappeto come ho fatto migliaia di volte. Betto sulla sdraietta si lamentava e lo ho preso in braccio sedendolo tra le mie gambe. Un semplice gesto e nel farlo all'istante sono emersi i ricordi. La famosa memoria del corpo. Quella stessa posizione il mio corpo la aveva gia' assunta tante volte, ora che per la prima volta mettevo seduto benedetto mi sono ricordata di quando añ suo posto 4 anni fa c'era Ago e due anni fa Martino. E 7, ben 7 anni fa, Gregorio. In un istante mo sono tornati in mente gli infiniti pomeriggi nel mini appartamento in affitto a Pavia con solo Greg piccolo e una me inesperta che senza nonni e altre amiche mamme non sapeva come arrivare a sera. Lo stesso gesto mi ha ricordato dei pomeriggi con Ago, seduto fra le mue gambe, a guardare Greg giocare, iniziare a parlare, cucinarci finte pizze e disegnare con una me tutta preoccupata che non fossero gelosi uno dell'altra quei due tesori che avevo da custodire. Pomeriggi lunghi, in casa, con la nebbia fuori.
E poi mi sono rivista con Martino nella stessa posizione in un appartamento inprovvisato a Siviglia, seduta impersonando il capo dei cattivi in una battaglia contro un Greg ormai grandicello ed un Ago furbetto... inventandomi storie a non finire perché non si accorgessero che la' fuori c'era un mondo dove non solo ancora non avevamo amici, ma manco parlavano la nostra lingua.E ora lo stesso gesto con Benedetto. Mentre ora ne guardo tre giocare, giocare e litigare, giocare e ridere. Giocare e parlarsi quella lingua nuova che hanno imparato quasi senza fatica. Come stanno crescendo. Mi sembra ieri che... E come improvvisamente quei pomeriggi che sembravano lnfiniti,pieni di stanchezza o rabbia talvolta, ti sembrano volati. Ma davvero sette anni? Sembra incredibile. Guardo Gregorio sdentato e Betto che tenta di star seduto. É proprio vero. Sette anni che ora guardandoli cosi' mi sembrano semplicemente stracolmi di bellezza. Il mio corpo lo ricordava gia'. Sorrido fra me e me guardando fuori dalla finestra della nostra quinta casa, mi perdo nei ricordi..."mamma ho sete", "anche io ho sete", "Mino fame mamma", "lo ho detto prima io che avevo sete", "no io", "e allora io ho piu' fame di te, tu hai mangiato in kinder prima...", " e tu i pistacchi...". La realta'. Eccoli i miei quattro. Lunghi, lunghissimi pomeriggi di amore.




































giovedì 9 novembre 2017

Ed eccoci qui... Tre anni dopo. Da due a quattro (di adorabili marmocchi). Se sono stanca é perché ci siete (e siete maschi!). Da stanca a grata. il ribaltamento della prospettiva. Grata perché ci siete (anche se siete tutti maschi!)

Eccoci qui. 
Incredibile. Dopo 3 anni ci riprovo. Scrivo. Dopo una notte insonne e una lotta al virus, scrivo. 
Riparto. Ricomincio il mio blog.
Era in stato vegetativo. Fortuna ai blog non si può staccare la spina.
E si é ridestato.  Non so che vita avrà, ma oggi va così, voglio scrivere.
Voglio scrivere perché sono grata. 
Di tutto. Sbatti e scleri compresi. 
E il titolo mi é venuto a caso, non me ne vogliano i pro-contro gender nel caso. 
Non volevo aprire un dibattito su questo. Non sia mai, mai.
Era per aggiornarvi. I nani ora sono 4 e sono tutti pisellino dotati (che per qualcuno non significa necessariamente maschi, ma in casa Pasi sí).
La truppa é composta da
Greg: quasi 7
Ago: 4
Marti:2
E Benedetto, detto Betto, di 5 mesi.
E abitiamo in Spagna, a Siviglia.
Queste le consistenti novità.
Per il resto... difetti di sempre 😜.










Vi lascio al post del giorno dopo i dovuti aggiornamenti. 

Cronache di una notte Sivigliana.

Marito in Italia a fare "grandi cose", io in Spagna con i 4 a farne di "piccole". Sopravvissuta alla prima notte mi accingo ad affrontare la seconda impavida. Ore 22 tutti dormono. Mi sento una eroina. Fantastico. Ed io, poco saggia, decido di leggere un romanzo, dare lo smalto, mandare messaggini. Ore dodici depongo il libro e mi raggomitolo sotto le coperte. Manco venti minuti e "ueeeee".
 Ehm povero, ci sta.
 Latte e Betto crolla. 
Mi stendo e "mamma devo vomitare!". 
Maledizione. "Andiamo!" Tutti in bagno. Siamo lì, sul più bello, stretti attorno al water quando il primogenito entra in crisi: "Devo vomitare o fare la cacca? Non lo so, ho mal di pancia". Il tempo scorre in un monologo che manco Amleto e la disquisizione si conclude con un pareggio. Greg non sa quale dei due. Con il privilegio dello stato di sofferente guadagna il lettone. Si rotola. L'indecisione lo tormenta. 
Scendi e prepari la borsa dell'acqua calda. Risali. Scaldi anche il peluche con i semi di ciliegia e rosmarino. Mentre nella stanza si diffonde un odore nauseabondo di rosmarino e lavanda (che dovrebbe far respirare bene!?)  e ormai stai tu per vomitare a Greg viene una idea: "Forse potrebbe farmi bene una limonata calda."
Buona idea tutto sommato. 
Prepariamo la limonata. Alla fine sono solo le tre e mezza. 
Risalgo con la limonata. É ovviamente troppo calda per il sensibile moribondo, aspettiamo. 
Giunto il fatidico momento di berla nuovi dubbi:" E se poi mi fa più male? E se vomito subito poi? E se peggioro?" 
"Tesoro bevila, nulla é peggio di questo strazio dai. Se devi vomitare vomiti e poi si dorme, se no digerisci".
A piccoli, piccolissimi e infiniti sorsi vinciamo l'indecisione e finiamo la limonata. 
Ci stendiamo e pregusto il sonno. Sono le 4. 
Betto si sveglia probabilmente infastidito da tanto ciarlare di una limonata... 
latte e ricrolla. E... 
 miracolosamente tutto tace ed eccolo che arriva il tanto atteso vomito, ma noi nonostante l'attesa non ci facciamo trovare preparati e decoriamo il pavimento.
Non è niente amore, può succedere. 
Ora rosmarino e lavanda non sono più l'unico profumino della stanza. Ma ci siamo, ora si dorme.
Peccato che Martino non la pensi allo stesso modo e decida di arrivare con faccia furbetta ad annunciarmi che "no notte, no nanna, no vojo bújo, giochi".
Amore guarda é buio, é notte, di notte si dorme. 
Ma lui non vuole. E alza i decibel. 
Risveglia Greg che vuole la mano perché non sta ancora bene, risveglia Benny che ha il naso chiuso e non prende il latte.
 Lavaggi nasali a go go mentre Martino inizia a giocare su Greg nel lettone. Greg lo caccia, lui continua. É un elicottero. 
Le coccole non convincono l'elicottero a dormire. Sono le 6.30 e ancora fa versi. 
Ok mi innervosisco. " Martino taci! Voglio dormire". Urla disperate. Offeso. Eh si, si offende e grida. Dopotutto gli pareva una buona idea giocare. 
Mi prendo una serie di "brutta mamma" di fila. Peccato, sono pure dimagrita 5 kg e mi sentivo quasi carina, ma incasso. Sono brutta.
"Va bene Martino, sono brutta, un cesso, ma tu dormi"
Si sveglia Agostino e viene nel lettone. Bene ci siamo tutti. Sono le 7. Martino prosegue e oltre a brutta aggiunge altre offese. 
Persino "brutta str...". 
Non ho parole, deve averla imparata dai fratelli o dalla mia mezza mela che adesso ronfa in Italia e in macchina si dedica al turpiloquio. 
La mía anima gemella che prima di partire mi ha detto: ma dai cosa vuoi che capiti le notti!? 
Beh, penso in preda alla privazione di sonno, almeno ancora non sa le parolacce in Spagnolo. 
Tento di persuaderlo. Nulla.
Sono combattuta tra il desiderio di friggerlo come una crocchetta o impietosirmi: magari sta covando il mal di pancia. Poverino. 
Corro ai ripari, ultima possibilità per guadagnare una sola ora di sonno:mi fingo morta. Immobile. E intimo ai restanti abitanti del lettone di fare lo stesso. 
Mi picchia, cavalca, graffia...e crolla. Sono le 7.45. 
Benny si sveglia. Vuole il latte... e cacca. 
E Martino riapre gli occhi in un secondo, esulta. Si scende. "Detto mamma. Betto cacca. No nanna."
Esco dalla stanza con i due. 
Marti guarda fuori dalla finestra del corridoio :"guadda mamma, no bújo! Sole, luci, gioca Mino".
É trionfante. Si Luci. É giorno. Sono le 8. C'è il sole. La notte é finita. 
É volata! 😂😂😂😂

Momento poppata e internet. Eppure lo guardo e sorrido mentre gioca e sbadiglia (lo stronzo!).
Se sono così stanca é perché ci sono. Perché esistono. Basta fermarsi un attimo e ribaltare la prospettiva. La stanchezza é segno di una presenza, L loro. Di cui sono infinitamente grata.

Un solo pensiero: ma perché tutto questo proprio quando Giulio non c'è? 
Sta arrivando la recriminazione... lo sento...

Ma sì, tanto non si sarebbe accorto di nulla! 😝

E quindi Buongiorno! 



E stasera torna l'uomo della mia vita! Lo aspettiamo 😜😜😜😜

martedì 20 ottobre 2015

Leggere insieme. Piccolo riccio non vuole dormire... Ed autunno sia!



 Eccoci qui!  
Desiderosi di riprendere il nostro cammino insieme!



Dopo mesi e mesi di silenzio... 
Un silenzio in cui è accaduto tanto!
È nato Martino! E ora gli ometti di casa under 5 sono tre!



Quale momento migliore per riprendere il blog se non il mio amato autunno?!


E così eccomi qui ad inaugurare un nuovo post... E una nuova "rubrica"!
Un libro al mese! 
E novembre con la sua aria frizzante e il suo sole inaspettatamente vivace si è guadagnato una storia tenera che amo molto. 
Vi presento...

Piccolo riccio non vuole dormire!

 
Una storia dolce il cui sfondo è l'autunno con tutti i suoi protagonisti!

Comincio con il dirvi che è scritto in stampatello quindi molto adatto anche alla lettura da soli per i primi apprendistil lettori...

Tutto comincia con un riccio birichino che come tanti dei nostri adorati monelli... Fa i capricci! 


Ed indovinate perché?!?
Non vuole dormire! Proprio non ne vuole sapere... Perché mai dovrebbe andare a dormire quando invece ha solo voglia di giocare a nascondino?!?!
Vi ricorda qualcuno?!
La mamma, amorevole e paziente come tutte noi vorremmo essere, cerca di parlare con lui e spiegargli che sta arrivando il freddo e che la terra e gli animali si stanno tutti preparando al "grande sonno"...
Ma piccolo riccio ripete solo una frase battendo le zappette e facendo il broncio ... "Non voglio dormire!!! No no no!" 

Ripeto: vi ricorda qualcuno?!

I miei due monelli grandi riconoscendosi continuano a ridere quando li imito attraverso il personaggio del riccio... 
La mamma, molto più saggia di me, continua a ripetere...


Ma piccolo riccio si arrabbia!!!


È ostinato, è un vero bambin-riccio! Ed esce a cercare qualcuno che lo sostenga, che giochi con lui, che lo aiuti nel suo intento... Non dormire! 

Fuori è autunno e le piacevoli illustrazioni ci mostrano proprio tutta la natura...
Con i suoi colori, cambiamenti e frutti...


Il nostro monello si aggira nel meraviglioso bosco dipinto dall'autunno... 
Ma nessuno ha tempo per giocare con lui... Sono tutti indaffarati a raccogliere provviste...



Piccolo riccio non vuole arrendersi e ad uno ad uno ci fa incontrare gli animali del bosco: lo scoiattolo, il ghiro, la biscia, la lucertola, la marmotta, il rospo, l'orso...
Tutti pronti a dormire...


Il bosco, così come il libro, si tinge di arancione... 


Così come il mondo che ci circonda...



Il sole si fa più pallido... I fratellini di riccio dormono ma lui continua nel suo capriccio...
La mamma lo chiama e lo stringe forte a se, lo capisce, lo comprende, lo accoglie...


Lo guarda, guarda alla sua tristezza e gli dice: "Vieni vicino a me, ti racconto una bellissima storia..."

E così la mamma racconta al suo piccolo l'avvicendarsi delle stagioni, di come la Natura abbia sapientemente pensato tutto per lui, per noi, della bellezza di ogni momento... 
E nel suo tenero abbraccio il nostro grufoletto si arrende...


Ed anche qui vi ricorda qualcuno?!?

Gli spunti di dialogo e gioco sono tantissimi!!!!

Dalle emozioni, al rapporto con la mamma, alle stagioni, alla Sapienza di Madre Natura, ai capricci...
Fino ad arrivare ai giochi con i materiali dell'autunno che il libro ci mostra e possiamo trovare in Natura...


E divertirci nell'assemblarli, giocarci o dilettarci in fantastiche copie dal vero per i più grandicelli!


Così come gli animali... Quali animali della storia possiamo ritrovare nella realtà?

E poi... Godiamoci questa fantastica estate di San Martino! Immergiamoci nella bellezza del creato!!!



E voi?! Quali storie leggete in questo autunno?!





lunedì 16 marzo 2015

Orso ha una storia da raccontare... Sempre libri belli... Una storia per giocare al letargo e risvegliarsi proprio adesso... A primavera!

 
 

Eccoci qui, giornate piovose in zona... Le ultime prima della tanto attesa Primavera! 
Come prepararci giocando alla "bella stagione"? Quali storie ci possono accompagnare in questi giorni raccontandoci di come tutto attorno a noi cambia? 
Tantissime! 
 
Oggi allora vorrei partire da una storia che ci parla proprio dello scorrere del tempo... Poi entreremo in Primavera! 
"Orso ha una storia da raccontare" ha come protagonista un tenero Orso buono alla ricerca di qualcuno che voglia ascoltare la sua storia... 
Ma nessuno ha tempo! Sono tutti indaffarati a prepararsi all'inverno! 
Nel bosco qualcuno scava la sua tana, qualcuno raccoglie provviste, qualcuno studia il vento per volare nei paesi caldi e qualcuno...ronfa già!
 

 
Il nostro orso "cantastorie" aiuta tutti i piccoli amici a preparare le loro tane-casette per l'inverno e finalmente ormai assonnato va anche lui in letargo!
 
 
E la sua storia!?!
La racconterà presto, a Primavera, quando tutta la natura sarà sveglia e pronta ad ascoltare! 
Ho deciso di giocare al letargo con i bimbi di una delle scuole dell'infanzia in cui lavoro... Al letargo e al risveglio!
Abbiamo letto la storia insieme e poi ci aspettavano i materiali per giocare...
Avevo già preparato alcuni materiali per costruire la tana-casetta... 

Sassi
Rami
Lenzuoli 
Cuscini 
Fogli
Rotoli di carta igienica e scottex finiti
E naturalmente scatoloni! 



Erano disposti in giardino senza un ordine preciso... Erano da cercare insomma... Come farebbe un animaletto del bosco! 
Quasi tutti i bimbi sono partiti da uno scatolone... E hanno costruito la loro tana.
L'idea del letargo è molto affascinante per i bimbi e permette di giocare insieme a vari "livelli"... 
Ci sono tanti nuclei interessanti su cui lavorare!
Addormentarsi, svegliarsi, costruire, nascondersi, rilassarsi... E naturalmente costruire/creare!



Mentre avvenivano consultazioni e si creavano "villaggi" di tane...



Qualcuno decorava con margherite ed erbette la sua casetta... Mentre altri smontavano lo scatolone per allestire un letto "clochard-style!" 





Qualcuno ha scelto angoli più riparati per nascondersi... Anche nella stanza vicina...




Qualcuno ha cercato amici con cui condividere la tana...




E tanto ancora...








E poi tutti a nanna per svegliarsi a Primavera!



E voi? A cosa giocate e cosa leggete?
Buona Quasi Primavera!


Tra Zuppe di Zucca e paperelle permalose... Libri belli che ispirano momenti magici insieme... Giocando ancora con le Storie....

 
 
Eccoci qui dopo un lungo silenzioooooo!!! Era ora! Quante cose da raccontarvi, da condividere...
Lavori, storie, laboratori, ma anche pensieri, scoperte, domande...
Da oggi si riprende!
Diciamo che sono stati mesi piuttosto densi... ed io ero piuttosto malconcia... e piena... o come dicono le amiche...
 
 
 



RIPIENA!


 
Ecco qui la nostra novità, di cui vedremo il faccino, a Dio piacendo, ad agosto...
Diciamo che da subito il terzo ometto si è fatto sentire con una serie di malesseri fastidiosi... E il blog ne ha risentito... Ma da ora mi impegno! Ho troppo da raccontare!
 
Così partiamo dalla prima storia di cui voglio parlarvi...
 
 
 
 
 
Una storia decisamente ADORABILE e persino ben tradotta!
La Zuppa fa da sfondo ad un racconto di amicizia dolcissimo e in cui i bimbi si identificano immediatamente.
Tre grandi amici (paperella, scoiattolo e gatto) finiscono per litigare per mescolare la zuppa... e la paperella arrabbiandosi dichiara: Io con voi non ci sto più!
E, offesa dagli amici che vogliono sempre comandare e non la fanno mescolare, va via...
Che tristezza lascia negli amici la sua assenza...
E cosa accadrà? Tornerà? Come verrà accolta? Come faranno pace? Cosa la farà tornare?

Ho lavorato con questa storia in tante classi in questi mesi...Ieri realizzavo di averla letta a 350 bambini dai 3 ai 6 anni... E quante chiacchierate!
In tanti si sono identificati con la paperella...

"Anche io mi arrabbio sempre con mia sorella perché vuole sempre comandare e non mi fa mai fare nulla"

"All'asilo i miei amici comandano e mi fanno sempre fare la tartaruga ninjia che io non voglio. Io mi offendo e non gioco più"

Alcuni con i 2 "potenti"...

"Io mi arrabbio quando lei non fa come diciamo noi. Giocare è più bello se segue le regole"

"Io a volte non riesco a cambiare idea e allora non gioco"

Tutti si sono sentiti soli e  hanno litigato con gli amici cari sperimentandone la tristezza che questo suscita

"Se Ludovica va via e si arrabbia io sono triste"
"Meglio giocare insieme io da solo non mi diverto"
"Quando sono arrabbiato tengo gli occhi bassi e non saluto nessuno"

E tutti hanno fatto pace

"Per fare pace cerco di fare ridere il mio amico"
"Io avvicino il mignolino..."
"Io dico: Pace, carote e patate!"

Dopo aver drammatizzato la storia abbiamo giocato con le emozioni... Complice il "mio" teatro con tanti giochi-esercizi... Dalle camminate tristi, alle statue arrabbiate, fino alla coperta delle emozioni dove stendersi e raccontare la propria emozione...
E poi?!

E poi ad ognuno un po' di relax realizzando la sua Zuppa di Zucca!

A disposizione un cerchio di cartoncino robusto (il pentolone!) e legumi e vinavil in quantità...






E ovviamente colore a tempera arancione...

 
Ed ecco qualche Zuppa!




Ovviamente erano assolutamente liberi di:

  • utilizzare o meno tutti i materiali (posso usare un solo fagiolo o non usare il colore ad esempio)
  • impiegare il tempo che desideravano ed interrompere il lavoro se non avevano più idee così come proseguire se appassionati
  • usare mani o pennello a propria discrezione
  • Pastrocchiare e giocare con i materiali


Per la nostra logica "no ai lavoretti stereotipati" e Sì alla propria espressività... E che ci conduca dove vuole!