venerdì 10 novembre 2017

7 anni volati. Vorrei 7 vite come i gatti. E non mi importa se i pannolini sono da cambiare "settanta volte sette". Come perdonare del resto. E perdonarsi.

Un po' in ritardo sulla tabella di marcia l'autunno é arrivato anche qui. 
Me ne sono accorta quasi all'improvviso l'altra mattina in macchina mentre andavamo tutti allegramente a scuola...
Un albero giallo. Il primo. Dopo la prima pioggia. 
Non sono riuscita ad immortalarlo per la foto Instagram di rito perché Martino attaccava caccole sul finestrino e Benedetto strillava come una scimmia urlatrice ignorando il tintinnare a ritmo afro delle chiavi ad un centimetro del suo naso prodotto da un instancabile Greg. 
Non ci siamo fermati a contemplare l'audace alberello ingiallito, il primo ad avere il coraggio di mutare i suoi colori. Ma la scoperta é restata: arriva l'otoño per davvero. Dopotutto il cambio orario lo aveva preanunciato... "niente piu' parco fino alle 21 ragazzi" come in perfetto andaluz style. 

Anche qui iniziano i primi tardo pomeriggi in casa con questi nuovi frescolini e l'altro giorno é arrivata pure la prima tanto attesa pioggia e la prima pozzanghera... Nonostante qualcuno sogni ancora la playa...

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Ad ogni modo con i primi pomeriggi in casa cominciano le prime giocatone tutti a terra sul tappetone... scatoloni di super eroi e macchinine e rigorosamente tutti a terrra a gambe incrociate.
Attitudine da problem solving pronta a moderare ogni litigio del tipo "voglio quel mostro lancia fiamme e raggi laser ultrapotenti adesso e tu usa questa tigre siberiana dalla zampata di ghiacchio e muori". Le discussioni vanno risolte prima che inizi un imprevisto incontro di mix martial art sul suddetto tappetone.

 Ero li' seduta sul tappeto come ho fatto migliaia di volte. Betto sulla sdraietta si lamentava e lo ho preso in braccio sedendolo tra le mie gambe. Un semplice gesto e nel farlo all'istante sono emersi i ricordi. La famosa memoria del corpo. Quella stessa posizione il mio corpo la aveva gia' assunta tante volte, ora che per la prima volta mettevo seduto Betto senza troppo pensare a come si siede un neonato, quasi in automatico... E quel gesto "antico" mi ha ricordato di quando al suo posto 4 anni fa c'era Ago e due anni fa Martino. E 7, ben 7 anni fa, Gregorio. In un istante mi sono tornati in mente gli infiniti pomeriggi nel mini appartamento in affitto a Pavia con solo Greg piccolo e una me inesperta che senza nonni e altre amiche mamme non sapeva come arrivare a sera. E si preoccupava per ogni starnuto e ogni macchiolina comparisse sul corpo cicciottello del suo primogenito. 

Lo stesso gesto mi ha ricordato dei pomeriggi con Ago, seduto fra le mie gambe, a guardare Greg che iniziava a giocare solo, che imparava a parlare, ci cucinava finte pizze sbattendole sulla faccia si Ago e disegnava mostri a sei braccia che diceva rappresentassero noi...  con una me sempre tutta preoccupata che non fossero gelosi uno dell'altra quei due tesori che avevo da custodire. Pomeriggi lunghi, in casa, con la nebbia fuori. Noiosi molto spesso. Fatto di sbirciate al telefono per distrarsi. 
E poi mi sono rivista con Martino nella stessa posizione in un appartamento inprovvisato a Siviglia, seduta impersonando il capo dei cattivi in una battaglia contro un Greg ormai grandicello ed un Ago furbetto... inventandomi storie a non finire perché non si accorgessero che la' fuori c'era un mondo sconosciuto dove non solo ancora non avevamo amici, ma manco parlavano la nostra lingua.E ora lo stesso gesto con Benedetto. Mentre ora ne guardo tre giocare, giocare e litigare, giocare e ridere. Giocare e parlarsi quella lingua nuova che hanno imparato quasi senza fatica. Come stanno crescendo. Mi sembra ieri che... E come improvvisamente quei pomeriggi che sembravano lnfiniti,pieni di stanchezza o rabbia talvolta, mi sembrano volati. Ma davvero sette anni? Sembra incredibile. Guardo Gregorio sdentato e Betto che tenta di star seduto. É proprio vero.

 Sette anni che ora guardandoli cosi' mi sembrano semplicemente stracolmi di bellezza. Il mio corpo lo ricordava gia'. Sorrido fra me e me guardando fuori dalla finestra della nostra quinta casa, mi perdo nei ricordi..."mamma ho sete", "anche io ho sete", "Mino fame mamma", "lo ho detto prima io che avevo sete", "no io", "e allora io ho piu' fame di te, tu hai mangiato i kinder prima...", " e tu i pistacchi...". La realta'. Eccoli i miei quattro. Lunghi, lunghissimi pomeriggi di amore.




































Ad ogni modo con i primi pomeriggi in casa cominciano le prime giocatone tutti a terra sul tappetone... scatoloni di super eroi e macchinine e gambe incrociate.
Attitudine da problem solving pronta a moderare ogni litigio del tipo "voglio quel mostro lancia fiamme e raggi laser ultrapotenti adesso e tu usa questa tigre siberiana dalla zampata di ghiacchio e muori" prima che inizi un imprevisto incontro di mix martial art sul suddetto tappetone. Ero li' seduta sul tappeto come ho fatto migliaia di volte. Betto sulla sdraietta si lamentava e lo ho preso in braccio sedendolo tra le mie gambe. Un semplice gesto e nel farlo all'istante sono emersi i ricordi. La famosa memoria del corpo. Quella stessa posizione il mio corpo la aveva gia' assunta tante volte, ora che per la prima volta mettevo seduto benedetto mi sono ricordata di quando añ suo posto 4 anni fa c'era Ago e due anni fa Martino. E 7, ben 7 anni fa, Gregorio. In un istante mo sono tornati in mente gli infiniti pomeriggi nel mini appartamento in affitto a Pavia con solo Greg piccolo e una me inesperta che senza nonni e altre amiche mamme non sapeva come arrivare a sera. Lo stesso gesto mi ha ricordato dei pomeriggi con Ago, seduto fra le mue gambe, a guardare Greg giocare, iniziare a parlare, cucinarci finte pizze e disegnare con una me tutta preoccupata che non fossero gelosi uno dell'altra quei due tesori che avevo da custodire. Pomeriggi lunghi, in casa, con la nebbia fuori.
E poi mi sono rivista con Martino nella stessa posizione in un appartamento inprovvisato a Siviglia, seduta impersonando il capo dei cattivi in una battaglia contro un Greg ormai grandicello ed un Ago furbetto... inventandomi storie a non finire perché non si accorgessero che la' fuori c'era un mondo dove non solo ancora non avevamo amici, ma manco parlavano la nostra lingua.E ora lo stesso gesto con Benedetto. Mentre ora ne guardo tre giocare, giocare e litigare, giocare e ridere. Giocare e parlarsi quella lingua nuova che hanno imparato quasi senza fatica. Come stanno crescendo. Mi sembra ieri che... E come improvvisamente quei pomeriggi che sembravano lnfiniti,pieni di stanchezza o rabbia talvolta, ti sembrano volati. Ma davvero sette anni? Sembra incredibile. Guardo Gregorio sdentato e Betto che tenta di star seduto. É proprio vero. Sette anni che ora guardandoli cosi' mi sembrano semplicemente stracolmi di bellezza. Il mio corpo lo ricordava gia'. Sorrido fra me e me guardando fuori dalla finestra della nostra quinta casa, mi perdo nei ricordi..."mamma ho sete", "anche io ho sete", "Mino fame mamma", "lo ho detto prima io che avevo sete", "no io", "e allora io ho piu' fame di te, tu hai mangiato in kinder prima...", " e tu i pistacchi...". La realta'. Eccoli i miei quattro. Lunghi, lunghissimi pomeriggi di amore.




































giovedì 9 novembre 2017

Ed eccoci qui... Tre anni dopo. Da due a quattro (di adorabili marmocchi). Se sono stanca é perché ci siete (e siete maschi!). Da stanca a grata. il ribaltamento della prospettiva. Grata perché ci siete (anche se siete tutti maschi!)

Eccoci qui. 
Incredibile. Dopo 3 anni ci riprovo. Scrivo. Dopo una notte insonne e una lotta al virus, scrivo. 
Riparto. Ricomincio il mio blog.
Era in stato vegetativo. Fortuna ai blog non si può staccare la spina.
E si é ridestato.  Non so che vita avrà, ma oggi va così, voglio scrivere.
Voglio scrivere perché sono grata. 
Di tutto. Sbatti e scleri compresi. 
E il titolo mi é venuto a caso, non me ne vogliano i pro-contro gender nel caso. 
Non volevo aprire un dibattito su questo. Non sia mai, mai.
Era per aggiornarvi. I nani ora sono 4 e sono tutti pisellino dotati (che per qualcuno non significa necessariamente maschi, ma in casa Pasi sí).
La truppa é composta da
Greg: quasi 7
Ago: 4
Marti:2
E Benedetto, detto Betto, di 5 mesi.
E abitiamo in Spagna, a Siviglia.
Queste le consistenti novità.
Per il resto... difetti di sempre 😜.










Vi lascio al post del giorno dopo i dovuti aggiornamenti. 

Cronache di una notte Sivigliana.

Marito in Italia a fare "grandi cose", io in Spagna con i 4 a farne di "piccole". Sopravvissuta alla prima notte mi accingo ad affrontare la seconda impavida. Ore 22 tutti dormono. Mi sento una eroina. Fantastico. Ed io, poco saggia, decido di leggere un romanzo, dare lo smalto, mandare messaggini. Ore dodici depongo il libro e mi raggomitolo sotto le coperte. Manco venti minuti e "ueeeee".
 Ehm povero, ci sta.
 Latte e Betto crolla. 
Mi stendo e "mamma devo vomitare!". 
Maledizione. "Andiamo!" Tutti in bagno. Siamo lì, sul più bello, stretti attorno al water quando il primogenito entra in crisi: "Devo vomitare o fare la cacca? Non lo so, ho mal di pancia". Il tempo scorre in un monologo che manco Amleto e la disquisizione si conclude con un pareggio. Greg non sa quale dei due. Con il privilegio dello stato di sofferente guadagna il lettone. Si rotola. L'indecisione lo tormenta. 
Scendi e prepari la borsa dell'acqua calda. Risali. Scaldi anche il peluche con i semi di ciliegia e rosmarino. Mentre nella stanza si diffonde un odore nauseabondo di rosmarino e lavanda (che dovrebbe far respirare bene!?)  e ormai stai tu per vomitare a Greg viene una idea: "Forse potrebbe farmi bene una limonata calda."
Buona idea tutto sommato. 
Prepariamo la limonata. Alla fine sono solo le tre e mezza. 
Risalgo con la limonata. É ovviamente troppo calda per il sensibile moribondo, aspettiamo. 
Giunto il fatidico momento di berla nuovi dubbi:" E se poi mi fa più male? E se vomito subito poi? E se peggioro?" 
"Tesoro bevila, nulla é peggio di questo strazio dai. Se devi vomitare vomiti e poi si dorme, se no digerisci".
A piccoli, piccolissimi e infiniti sorsi vinciamo l'indecisione e finiamo la limonata. 
Ci stendiamo e pregusto il sonno. Sono le 4. 
Betto si sveglia probabilmente infastidito da tanto ciarlare di una limonata... 
latte e ricrolla. E... 
 miracolosamente tutto tace ed eccolo che arriva il tanto atteso vomito, ma noi nonostante l'attesa non ci facciamo trovare preparati e decoriamo il pavimento.
Non è niente amore, può succedere. 
Ora rosmarino e lavanda non sono più l'unico profumino della stanza. Ma ci siamo, ora si dorme.
Peccato che Martino non la pensi allo stesso modo e decida di arrivare con faccia furbetta ad annunciarmi che "no notte, no nanna, no vojo bújo, giochi".
Amore guarda é buio, é notte, di notte si dorme. 
Ma lui non vuole. E alza i decibel. 
Risveglia Greg che vuole la mano perché non sta ancora bene, risveglia Benny che ha il naso chiuso e non prende il latte.
 Lavaggi nasali a go go mentre Martino inizia a giocare su Greg nel lettone. Greg lo caccia, lui continua. É un elicottero. 
Le coccole non convincono l'elicottero a dormire. Sono le 6.30 e ancora fa versi. 
Ok mi innervosisco. " Martino taci! Voglio dormire". Urla disperate. Offeso. Eh si, si offende e grida. Dopotutto gli pareva una buona idea giocare. 
Mi prendo una serie di "brutta mamma" di fila. Peccato, sono pure dimagrita 5 kg e mi sentivo quasi carina, ma incasso. Sono brutta.
"Va bene Martino, sono brutta, un cesso, ma tu dormi"
Si sveglia Agostino e viene nel lettone. Bene ci siamo tutti. Sono le 7. Martino prosegue e oltre a brutta aggiunge altre offese. 
Persino "brutta str...". 
Non ho parole, deve averla imparata dai fratelli o dalla mia mezza mela che adesso ronfa in Italia e in macchina si dedica al turpiloquio. 
La mía anima gemella che prima di partire mi ha detto: ma dai cosa vuoi che capiti le notti!? 
Beh, penso in preda alla privazione di sonno, almeno ancora non sa le parolacce in Spagnolo. 
Tento di persuaderlo. Nulla.
Sono combattuta tra il desiderio di friggerlo come una crocchetta o impietosirmi: magari sta covando il mal di pancia. Poverino. 
Corro ai ripari, ultima possibilità per guadagnare una sola ora di sonno:mi fingo morta. Immobile. E intimo ai restanti abitanti del lettone di fare lo stesso. 
Mi picchia, cavalca, graffia...e crolla. Sono le 7.45. 
Benny si sveglia. Vuole il latte... e cacca. 
E Martino riapre gli occhi in un secondo, esulta. Si scende. "Detto mamma. Betto cacca. No nanna."
Esco dalla stanza con i due. 
Marti guarda fuori dalla finestra del corridoio :"guadda mamma, no bújo! Sole, luci, gioca Mino".
É trionfante. Si Luci. É giorno. Sono le 8. C'è il sole. La notte é finita. 
É volata! 😂😂😂😂

Momento poppata e internet. Eppure lo guardo e sorrido mentre gioca e sbadiglia (lo stronzo!).
Se sono così stanca é perché ci sono. Perché esistono. Basta fermarsi un attimo e ribaltare la prospettiva. La stanchezza é segno di una presenza, L loro. Di cui sono infinitamente grata.

Un solo pensiero: ma perché tutto questo proprio quando Giulio non c'è? 
Sta arrivando la recriminazione... lo sento...

Ma sì, tanto non si sarebbe accorto di nulla! 😝

E quindi Buongiorno! 



E stasera torna l'uomo della mia vita! Lo aspettiamo 😜😜😜😜