giovedì 15 maggio 2014

Ti posso abbracciare?!


Non resisto. I bimbi ronfano, papà è fuori... Ed il mio cuore esplode di gratitudine per la giornata di oggi... Vorrei tradurre in parole le facce e gli sguardi dei ragazzi del Liceo Cairoli.
Oggi ho concluso un "piccolo percorso" in una quarta superiore.
Ci siamo accompagnati per 8 ore. Solo 8 ore di laboratorio teatrale e di antropologia... Eppure quanto può accadere in 8 ore! Quanto possiamo condividere! Quanto possiamo crescere e cambiare!
Oggi ho incontrato dei ragazzi che non sono quelli di cui troppo spesso superficialmente si parla. 
Non sono come quelli che ci raccontano i MEDIA.
Oggi dando loro l'occasione di realizzare le loro opere d'arte sono entrata nel loro mondo, mi hanno offerto una veduta privilegiata sul groviglio dei loro cuori, mi hanno mostrato la grandezza dei loro desideri... E che stupore! 
Pennelli, tempere, parole, fotografie ritagliate dai giornali, oggetti, grandi fogli di carta da pacchi... Tutto sul palco a loro disposizione. 



Una sola indicazione:" Fate la vostra opera d'arte. Raccontatemi cosa arde nel vostro cuore adesso. Non preoccupatevi: un artista non e' mai fuori tema!".

Musica.

Non e' servito altro. Si sono buttati come bambini. Loro gli adolescenti "disinteressati", avevano invece gli occhi "spalancati sul mondo come carta assorbente". 
Non hanno esitato. 
Mentre dipingevamo li sentivo sussurrare: "Non lo facevo dall'asilo... Che bello...".



Hanno creato libri, quadri, cartelloni...
Dipinto, disegnato, scritto, colorato, incollato...


Alla fine ci siamo  seduti in cerchio per raccontarci. 

"Sono partita da mia mamma e mio papà per raccontarmi. Senza di loro non sarei la ragazza che sono. Non potrei chiedere di meglio per me. Sono i genitori migliori che potessi immaginare".

"Io invece ho disegnato una stella e dentro la parola "nonna". Ho imboccato mia nonna per 5 anni... Era malata. Lei e' la mia stella, mi protegge. Mi manca ora che non c'è più."

"Io ho disegnato il mare e ho scritto il nome della mia sorellina disabile. Vederla ridere mentre galleggia fra le onde e' una gioia immensa". 

"In questo cuore ho messo le iniziali dei miei nonni e di quegli amici che non ci sono più. Io sento ogni giorno la loro presenza".

" Ho scritto in grande la parola coraggio. Dalla parola ho fatto partire una strada: la strada della vita. Voglio coraggio. Il coraggio di essere me stessa. Voglio essere libera. Nella condivisione, nel cristianesimo sto scoprendo questa possibilità. Ci vuole coraggio!"








Lacrime e sorrisi. Abbracci.
Li guardavo commossa (davvero!) e grata. 
Grata che non fossero come troppo spesso ce li raccontano.
Grata che il solo ascoltarli ridestasse anche il mio cuore.
Grata della possibilità di incontrarli e fare un pezzettino di cammino con loro.
I loro desideri, le loro domande così radicali, la loro necessità di risposte, il loro bisogno di essere guardati, la loro urgenza di "vedere e toccare" adulti soddisfatti e felici... Sono le mie!
Il mio cuore palpitava con il loro!
Che meraviglia, che gioia incontrarsi! 

"Ti posso abbracciare?!" Mi chiede una ragazza in lacrime alla fine dell'ora.
"Certo! 
Grazie davvero di esservi lasciati "incontrare".  


"La vita, amico, è l'arte dell'incontro."
(Vinicius de Moraes)





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