Laboratorio
teatrale.
Non abbiamo
tante ore da trascorrere insieme: otto ore per la precisione. Otto ore di
progetto di antropologia su una classe III. Punto.
Abbiamo iniziato con il rito delle presentazioni. "Fate una pubblicità del
vostro compagno. Vendetemelo! Perché dovrei acquistarlo? Una pubblicità vera
con tanto di slogan eh?!"
Ognuno di loro doveva presentare un compagno.
Trascorriamo così la prima ora.
Tra risate e chiacchiere. Si presentano parlando di avventure sessuali, abilità
nell'ubriacarsi, si definiscono conoscitori di droghe, frequentatori
assidui di discoteche... Questo quello che dicono. Questo quello che
mostrano.
Ma non ci fermeremo qui.
Non voglio fermarmi all'immagine stereotipata che loro stessi mi dipingono.
I loro occhi parlano. Gridano ben altro. L'essenziale è invisibile agli occhi,
bisogna saper cercare.
Nelle pause mi chiedono di me. Sono incuriositi dal mio lavoro bizzarro, dei
colori accesi che indosso e dai testi che ho scelto per loro...
Abbiamo concluso parlando del cuore e del nostro desiderio di
felicità. Otto ore dopo, 10 giorni dopo. Non parevano gli stessi.
Non voglio rubarvi tempo con le mie parole, preferisco siano i loro testi a
parlare, a raccontare.
Ecco quello che non dicono, ma sono. Quello che sognano, vogliono, gridano, desiderano.
Basta guardarli. Basta ascoltarli.
Fidatevi, dedicate qualche minuto alle loro parole.
La felicità è mio padre sollevato, che sta
bene, e vedere i suoi occhi illuminarsi per cercare di distrarci, per far
crederci che tutto si sistema.
Felicità è sapere di avere un padre che lavora per non far
mancare niente ai propri figli.
Felicità è stato vedere mia madre in ospedale tutti i giorni
accanto a lui, l’uomo con cui ha passato un’intera vita, vederli baciarsi dopo
le lacrime. Felicità è tornare a casa e sapere di
averli insieme, nonostante i problemi, i litigi, le cose negative. Ecco per me
è questo.
Solo ora
capisco quali siano le cose importanti della vita: quando ad un certo punto
tutto sembra andare a rotoli ed è proprio lì che ti alzi e capisci di voler
vivere, di voler andare avanti, ma con il sorriso e cercando di essere forte.”
“Molte volte sottovalutiamo il vero significato di
felicità. In generale per me la felicità è poter stare con i miei genitori, fratelli, amici, con le persone a cui voglio
bene e che mi vogliono bene. La felicità è vederli ridere, vederli felici. Se penso alla felicità penso alle
vacanze con i parenti. Penso ai compleanni, alle feste o alla domenica quando
la famiglia si riunisce semplicemente per stare assieme. Sono felice di avere una famiglia come la mia.”
“Che mistero siamo noi uomini,
abbiamo un cuore, un desiderio d'infinito e di felicità che nessuna dittatura,
nessuna sconfitta e nessuna delusione e circostanza può spegnere!” Così ci ha
detto Cecilia. Quanto possono essere vere
queste parole!? Moltissime volte mi sono chiesta e ho chiesto alle persone
intorno a me cosa fosse realmente la felicità, forse è quella emozione che dura
solo un istante, quei momenti in cui non si hanno preoccupazioni e non si pensa
ai problemi, in cui ci si sente in pace con tutto e tutti.
E' quindi questa la felicità?
Forse. Chi può dirlo davvero siamo noi stessi. Non sono in grado di definire la
felicità in termini generali, ma posso dire di aver scoperto la mia felicità, e
la felicità di cui parlo è quella che si prova nel guardare la propria vita e
sentire che non manca nulla, ma che allo stesso tempo, ci sono ancora tante
emozioni da scoprire e provare. Ho
passato troppo tempo a pensare a cosa mi mancasse per essere felice e ad essere
triste per questo, troppe volte mi sono sentita sola e mi sono chiusa in me
stessa credendo che fosse l'unica cosa da fare per paura di uscire
completamente allo scoperto. E con la testa piena di domande e di insicurezze
mi sono dimenticata della cosa più importante: ho dimenticato di vivere.”
“Ho capito
che la felicità non dipende solo dagli altri, ho capito che sono felice quando
riesco a credere in me stessa, quando mi guardo dentro e mi sento bene, quando
riesco a fare qualcosa che non avrei mai pensato di fare, quando sono
coraggiosa, quando dico ciò che penso, quando non mi sottovaluto. Sono felice
quando non mi nascondo, quando sono libera di essere davvero io, sono felice
quando sono orgogliosa di essere come sono. E' proprio per questo che ho
capito: che per me la felicità non può coincidere con un attimo che poi
svanisce, la felicità è più una scelta, e a differenza di ciò che credevo, non
si cerca ma la si crea.”
La felicità
è una parola che non si può descrivere con una definizione, infatti per me, è
nella semplicità delle piccole cose, ma speciali. Ad esempio l’inizio di un bella giornata è quello di
alzarsi la mattina con il buongiorno della mamma e guardare fuori dalla
finestra, oppure sentire il profumo del caffè, o altro ancora ascoltare le
note di una canzone che ti emoziona facendoti ricordare momenti unici, insomma
saper apprezzare ogni piccolo momento.”
“In tutti i momenti di malinconia e tristezza, c’è
sempre un qualcosa di amaramente felice. Le situazioni belle o brutte, cambiano
sistemando sempre i rapporti delle persone. Da qui si impara quanto sia bella e
grandiosa la semplicità.”
La felicità è mio padre sollevato, che sta
bene, e vedere i suoi occhi illuminarsi per cercare di distrarci, per far
crederci che tutto si sistema.
Felicità è sapere di avere un padre che lavora per non far
mancare niente ai propri figli.
Felicità è stato vedere mia madre in ospedale tutti i giorni
accanto a lui, l’uomo con cui ha passato un’intera vita, vederli baciarsi dopo
le lacrime. Felicità è tornare a casa e sapere di
averli insieme, nonostante i problemi, i litigi, le cose negative. Ecco per me
è questo.
Solo ora
capisco quali siano le cose importanti della vita: quando ad un certo punto
tutto sembra andare a rotoli ed è proprio lì che ti alzi e capisci di voler
vivere, di voler andare avanti, ma con il sorriso e cercando di essere forte.”
“Viviamo in un mondo materiale, ma alla fine, cerchiamo
sempre ciò che non si compra col denaro. Io alla fine l’ho capito.
Per me la felicità è guardare mia mamma e vedere che
riesce ancora a sorridere.
E’ vedere mio padre, che nonostante sia stato poco presente nella mia vita,
cerca di rimediare, spesso esagerando, ma ci prova. Per me la felicità è abbracciare mia sorella Laura e sentire che
mi è rimasta lei, non sono sola.
La felicità sta anche nei ricordi. Le sere
con gli amici, i momenti con la persona di cui ti innamori, le cicatrici sul
corpo di quando si era bambini.
Fin da bambina ho avuto un notevole approccio con la
religione. Ho avuto modo di studiare la Bibbia, libro che molti sottovalutano,
che risponde alle domande principali che l’uomo si pone da sempre. Come ad
esempio: perché si soffre? Cosa accade alla morte? Come trovare la felicità?
Ringrazio mia madre per questo.
Posso quindi solo
affermare che per quanto sia un concetto astratto, la felicità spesso ce
l’abbiamo davanti agli occhi. Basta solo saperla cercare.”
La felicità è
mio padre sollevato, che sta bene, e vedere i suoi occhi illuminarsi per
cercare di distrarci, per far crederci che tutto si sistema.
Felicità è sapere di avere un padre che lavora per non far
mancare niente ai propri figli.
Felicità è stato vedere mia madre in ospedale tutti i giorni
accanto a lui, l’uomo con cui ha passato un’intera vita, vederli baciarsi dopo
le lacrime. Felicità è tornare a casa e sapere di
averli insieme, nonostante i problemi, i litigi, le cose negative. Ecco per me
è questo.
Solo ora capisco quali siano
le cose importanti della vita: quando ad un certo punto tutto sembra andare a
rotoli ed è proprio lì che ti alzi e capisci di voler vivere, di voler andare
avanti, ma con il sorriso e cercando di
essere forte.”
Che dite?!
Io GRAZIE.